lasciare la strada nuova per la vecchia
(Grom storia di un’amicizia, qualche gelato e molti fiori)
Scritto da: Roberta Diliddo
Federico Grom e Guido Martinetti Gromm storia di un’amicizia, qualche gelato e molti fiori (Bompiani, 2012, pp. 294, € 17,50). Non posso non parlare di questo libro. L’ho preso con tutta la diffidenza possibile, “figurati è solo una bella operazione di marketing” mi sono detta. Ma no! Certo il marchio Grom ne esce molto bene ma qual è il problema. Il libro parla di questi due ragazzi, due grandi amici che un giorno, a un passo dai 30 anni, decidono di rivoluzionare la loro vita. Hanno entrambi un futuro ben avviato. Federico è un manager e Guido fa l’enologo, passione ereditata dalla sua famiglia d’origine. Due professioni di tutto rispetto per cui hanno studiato e si sono dedicati con convinzione ed entusiasmo. Fino a che un giorno, Guido legge un articolo firmato da Carlo Petrini, fondatore di Slow Food. In quel pezzo c’è la chiave di svolta. Petrini scrive del valore delle cose autentiche, della semplicità delle tradizioni, del valore del tempo, insomma della qualità della vita rispetto alla quantità.
Parla della nostalgia dei sapori e dell’alterazione a cui ci siamo abituati piano piano per riuscire a produrre con più profitto e a meno. Parla di gelato! E Guido capisce subito il valore di quei pensieri e partendo con pochi soldi e tantissimo nuovo entusiasmo riesce a convincere Federico che quella è la strada. Questo è solo l’inizio partono da una piccola gelateria a Torino per arrivare nel giro di pochi anni ad aprire a Milano, Roma, New York, Tokyo, Parigi, Osaka e Malibu.
Cosa mi ha entusiasmato? La loro forza nel credere in questo progetto, il loro coraggio nell’affrontare le difficoltà, il loro entusiasmo nei confronti di chi lavora con loro. Hanno investito tutto quello che avevano, si sono indebitati, hanno rischiato, ma ci sono riusciti. C’è un approccio all’impresa, all’imprenditorialità (che brutta parola) che mi piace molto. Si sono sempre preoccupati di rendere le persone che lavorano con loro parte del progetto, li hanno gratificati e hanno trattato i loro clienti con rispetto. E sono stati ripagati.
Non sono una cliente Grom, a Crema non c’è (com’è possibile?)… ma se mi capiterà lo mangerò con più gusto.
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Tags: Bompiani, Federico Grom, gelato, Gromm storia di un’amicizia qualche gelato e molti fiori, Guido Martinetti
A conciliare il sonno delle calde notti d’estate di questo 2012 ci hanno pensato loro, i “fratelli” Grom, con un libro di fiabe sulle gesta di due giovanissimi imprenditori italiani, avventuartisi quasi per caso nell’oscuro mondo del gelato artigianale italiano.
La storia ha tutti gli ingredienti tipici della fiaba, i due amici che si giurano amore fraterno, l’avventura irta di ostacoli e trabocchetti, la ricerca del Santo Graal (la ricetta del gelato perfetto), il lupo cattivo, travestito per l’occasione da venditore di prodotti per gelato, gli amici invidiosi e traditori (la categoria dei gelatieri artigiani), la volontà di cambiare il mondo, l’aiuto del vecchio saggio (il dott. Gardin della Carpigiani) e il lieto fine con il successo imprenditoriale e il matrimonio con il principe (del caffé Illy in questo caso).
Che dire, una piacevole lettura dove traspare tanta voglia di piacere al mondo e di considerarsi salvatori della categoria, della serie: siamo buoni, siamo bravi e ce l’abbiamo fatta… tiè!
I ragazzi sono proprio bravi a fare marketing e questo non è altro che un altro tassello ben confezionato per alimentare il loro lovemark. Compliment…zzzzzzzzzz… ronf!
… Fai dolci sogni d’oro!
Il libro non l’ho letto. Il gelato l’ho mangiato. Sono ovunque, anche a New York. Vicino a casa mia però c’è una piccola gelateria artigianale di una coppia con altrettanta passione e meno marketing, è il gelato più buono che io abbia mai mangiato. Meglio di quello di Grom, molto meglio. Si chiama La Ciribiciaccola in viale Romagna a Milano. Se vi capita…