日本 l’impero dei gadget

9 Gennaio 2011

Miwako è un’amica giapponese che da 15 anni vive in Italia. Le ho chiesto se non avesse nostalgia del suo paese e mi ha risposto no, le ho chiesto perché e mi ha risposto che a Milano se devi comprare una penna è facile, ce ne sono un po’, ma non troppe, in Giappone è un incubo. Ce ne sono migliaia di tipi diversi, diventi matto a scegliere e ovviamente le vorresti tutte. Troppa merce in vendita, troppa sollecitazione, troppa frustrazione. Ho capito cosa intendeva visitando Tokyu Hands, un centro commerciale di sette piani a Shibuya Continua a leggere »

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日本 Fuji-san

9 Gennaio 2011

Porta fortuna vedere il Fuji-san, dicono i giapponesi. Forse perché non si lascia vedere sempre: spesso le nuvole lo rendono letteralmente invisibile, quasi non esistesse più; eppure è enorme, quando si mostra, raggiunge la vista di chi sta a centinaia di chilometri. È un tronco di cono perfetto, perfettamente ingessato di neve, falsa promessa di ghiaccio su un cuore di fuoco.

Il Monte Fuji, Fuji-san, come lo chiamano i giapponesi in segno di rispetto, visto dal treno di ritorno da Hakone (sopra a sinistra) e in una delle 36 famose vedute dipinte da Hokusai (a destra). Sotto da sinistra: il Fuji dipinto su una botte di sakè nel parco del tempio Meiji Jingu a Tokyo; la grande montagna bianca che appare fra i palazzi del quartiere Meguro, a Tokyo, e la funivia di Hakone che porta fino alle fumarole.

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日本 tenere al caldo

8 Gennaio 2011

C’è una funivia, ad Hakone, che lambisce il monte Fuji e porta a vedere le fumarole, residuo di un’esplosione di tremila anni fa, dove puoi comprare uova sode cotte nell’acqua a centro gradi che sgorga dal sottosuolo (si dice che allunghino la vita, ne abbiamo mangiate un paio a testa). Se la giornata è limpida, il Fuji si mostra nel suo splendore geometrico, un tronco di cono colato di bianco. La funivia è modernissima, ha posti a sedere, c’è un addetto che ti accoglie quando sali e quando scendi, e se vuoi puoi prendere in prestito un cuscinetto. I sedili in dotazione alla cabina sono imbottiti, ma i giapponesi non si fanno mancare questa ulteriore comodità o, come credo, questa possibilità Continua a leggere »

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日本 onigiri e samurai

8 Gennaio 2011

In Giappone fare uno spuntino non è mai un problema, ovunque ci sono locali e chioschi per tutti i gusti, tendenzialmente specializzati: c’è quello dove trovi solo i ramen, spaghetti sottili ma simili ai nostri alla chitarra, in brodo di pollo, quello dove si mangiano i soba, spaghetti più grossi sempre in brodo, fatti di soia o di farina di grano scura; c’è chi vende solo sushi, chi solo tempura (una frittura di pesce e verdure in una particolare pastella grumosa), chi fritture di tutti i tipi di carne infilzata su spiedini; ci sono i chioschi che vendono vassoi misti per un pasto completo, miniaturizzato ad arte per asporto; e ci sono i chioschi degli onigiri, il mio spuntino preferito: triangoli di riso tenuto insieme da un’alga scura che può essere morbida o secca e croccante, con un ripieno che va dal tonno al salmone ai gamberetti, per i più classici, ma può essere a base di uova di pesce, prugna aspra, molluschi vari e molto altro. Ogni onigiri, venduto singolo, è un piccolo saggio dell’amore dei giapponesi per le minuzie, la carta che lo avvolge è piegata come fosse un origami e porta sul fondo le istruzioni per l’apertura: Continua a leggere »

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日本 la consistenza del dolce

7 Gennaio 2011

Una cosa che ho sempre trovato deludente nei ristoranti giapponesi in Italia sono i dolci. I pochi che avevo assaggiato erano scipiti, senza personalità, indecisi. Qui ho scoperto che quello dei dolci non è il regno del sapore ma delle consistenze. Niente è dolce semplicemente nel senso di zuccherato, ciò che rende “dolce” nel senso di piacevole, ciò che fa della pasticceria giapponese un godimento (usato soprattutto fuori pasto) sono le consistenze in cui il sapore si incarna quasi ne fosse accessorio. Continua a leggere »

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日本 preghiera a Buddha

6 Gennaio 2011

(Nella foto: un cassetto delle preghiere a tempio di Asakusa, a Tokyo)

Kamakura. Il parco del tempio di Hase-Dera è arrampicato sulla collina non lontano dal Buddha, è pieno di piante fiorite anche in inverno, in particolare le camelie che qui raggiungono forme e dimensioni di veri alberi (ne ho vista una grande quanto un pino marittimo), e la pianta dell’ume, una prugna aspra da cui si ricava un delizioso liquore, l’ume shou. Il tempio principale guarda il mare ed è sorvolato da falchi numerosi come gabbiani; un cartello avverte di fare attenzione quando si mangia, perché i falchi attirati dal cibo potrebbero ferire con gli artigli. Non ho mai visto uno spettacolo simile: Continua a leggere »

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日本 Daibutsu, il grande Buddha

5 Gennaio 2011

Per la seconda volta ho avuto un sussulto, vedendo la statua del Buddha. A Kamakura (a destra) ce n’è uno grande quasi quanto quello di Nara (a sinistra), solo che te lo trovi davanti all’aperto, in mezzo a un parco rigoglioso che si insinua tra le case, poco dietro la ferrovia. Il Buddha è imponente, placido, il Buddha “sta” e basta. Che sia questo a provocare quel brivido, appena lo vedi? Si può anche visitare l’interno, ed è un’esperienza curiosa, un po’ come infilarsi nel risvolto di un tessuto: da dentro vedi le giunture e scopri come è fatto. L’hanno costruito fondendo in bronzo tre tipi di pezzi che si incastrano con un sistema che ricorda i Lego. Il Daibutsu (“dai” vuol dire grande) di Kamakura è del 1252.

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日本 freddo freddo, caldo caldo

5 Gennaio 2011

L’inverno di Tokyo ha temperature simili a quelle del Nord Italia, rispetto a Milano gode della presenza benefica del mare e del vento, il cielo è limpido, terso l’aria per nulla inquinata. Hai la stessa sensazione di quando sei in montagna e il gas di scarico di una macchina si distingue nell’aria pulita. A Tokyo vivono 12 milioni di persone, pochissime si spostano in auto, molte non ce l’hanno, per possederne una devi avere anche un garage in cui tenerla, è obbligatorio. Non saprei dire come sono le macchine usate dai giapponesi, se ne vedono relativamente poche e si tende a non notarle perché non sono mai parcheggiate sulla strada. Continua a leggere »

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日本 perché mettono la mascherina?

4 Gennaio 2011

La portano in molti, di tutte le età, mamme con bambini, ragazzi, ragazze, autisti di treni e negozianti; la mascherina, si compra nei chioschi di giornali e caramelle, nei piccoli supermercati che trovi sparsi un po’ ovunque. Perché la mettono? Continua a leggere »

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日本 people

3 Gennaio 2011

In questi giorni di festa molte donne indossano il kimono, che ha stoffe bellissime e coloratissime, e un gigantesco fiocco sulla schiena che le fa sembrare elle bambole. Quando però aggiungono sulle spalle un secondo kimono tipo cappotto, il fiocco forma una gobba antiestetica e un po’ ridicola. Ai piedi hanno le infradito tradizionali con la suola in legno, e le calze con l’alluce separato. Kimono a parte, le giapponesi si vestono bene, in un modo che definirei allegro: cappottini leggeri e giacche di panno molto morbido, gonne corte e svolazzanti, stivali spesso a metà polpaccio. Colori pacati, linee sobrie. Ma hanno sempre un che di frizzante che trovo molto bello.

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