Allegra storia di un’infanzia surreale
(Lia Piano Planimetria di una famiglia felice)

23 settembre 2019

 

Lia Piano, Planimetria di una famiglia felice (Bompiani, 2019, €15).

Credo che la ragione principale che mi ha spinta, ormai parecchi anni fa, ad aprire questo blog, fosse la memoria delle sensazioni. Quel bisogno di conservare ciò che si prova leggendo un libro. Di Planimetria di una famiglia felice di Lia Piano voglio ricordare il sapore di spensierata follia, quell’allegria sconsiderata con cui ha scritto quella che chiamerei autobiografia fantastica della sua infanzia. Continua a leggere »

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il caso Laetitia Perrais e l’impossibile fuga da un’infanzia sbagliata
(Ivan Yablonka Laetitia o la fine degli uomini)

2 giugno 2019

Ivan Yablonka

Scritto da: Francesca Magni

Ivan Yablonka, Laetitia o la fine degli uomini (Einaudi 2018).

Ho trascorso l’ultima settimana ‘posseduta’ da questo libro, una ricostruzione alla Carrère (i francesi meglio di chiunque altro hanno fatto proprio il genere coniato da Truman Capote) di un fatto di cronaca che risale a gennaio 2011. Francia, regione di Nantes, Laetitia Perrais, 19 anni, viene uccisa da Tony Meilhon, 37, smembrata in sei pezzi e buttata in due laghi della zona. Il caso fa scalpore anche perché strumentalizzato dal presidente Sarkozy, che lo usa per un giro di vite sulle pene soprattutto per i crimini sessuali – e ciò che ne nasce (un po’ di vento sul fuoco populista) è tremendamente simile a certe storie di casa nostra.
Ma se questo libro mi ha posseduta è perché niente che avessi letto finora aveva mai compilato con tanta esattezza un catalogo delle metamorfosi da vittima a carnefice, o da vittima a vittima perenne. Qualcuno di noi può dirsi veramente alieno da questo meccanismo? Perciò la morte della deliziosa Laetitia Perrais, o meglio, la sua vita, generosamente ricostruita da Yablonka mi ha riconficcata nel mio passato e nel mio presente, con una domanda su tutte: cosa occorre per scampare al destino di un’infanzia sbagliata? Continua a leggere »

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Il bambino che disegnava parole
come continua la storia…

19 maggio 2019
Scritto da: Francesca Magni

E a un certo punto tutto cambia.

Non vivi più con un mattone nello stomaco dalle 8 all’una mentre lui è a scuola, non conosci più le pagine torturate del diario su cui segna i compiti, smetti di avere gli incubi la sera prima del colloquio con i prof.

Tutto quel dolore e quella rabbia e quella fatica stupidi e inutili si dissolvono in una certezza: se la scuola sa far sentire i ragazzi capaci, loro lo diventano.
E così, verso la fine del terzo anno di liceo, la domenica mattina lui è in camera con una compagna di classe e lo senti spiegarle le differenze tra il pensiero di Platone e quello di Aristotele; Continua a leggere »

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autobiografia di tutti noi
(Annie Ernaux Gli anni)

27 aprile 2019
Annie-Ernaux
Scritto da: Francesca Magni

Annie Ernaux, Gli anni (L’Orma Editore 2015)
Se inizi a leggere Annie Ernaux non ti fermi finché non hai finito tutti i suoi libri. Consiglio di lasciare per ultimo Gli anni, un testo ‘definitivo’, autobiografia di tutti noi. Storia del tempo vissuto da una donna – l’autrice – nata nel 1940 e di chi ha percorso lo stesso tratto di strada o solo una parte. Annie Ernaux è francese, ma il suo ritratto dei costumi, della politica, delle donne, del sesso, dei desideri, della famiglia, dei consumi, dei modi di dire, delle classi sociali, del (ben)pensare, tutto ciò che racconta è in buona parte anche nostro. Continua a leggere »

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Novembre, tempo di open day:
scappate, genitori, scappate!

17 novembre 2018
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scritto da: Francesca Magni

NOVEMBRE, TEMPO DI OPEN DAY. I genitori si affollano nelle aule magne delle scuole. Capitanato dal/dalla dirigente, il corpo docente è in grande spolvero. Al posto d’onore il prof arguto e il gigione; ove l’età lo consenta, gli allievi migliori si prestano a testimoniare la bontà della scuola, immancabile la “quota DSA”: il/la dislessico/a assicura di trovarsi benissimo. Continua a leggere »

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Un libro (anche) sulla Libia da leggere adesso
(Hisham Matar Il ritorno )

4 agosto 2018

Scritto da: Francesca Magni

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Hisham Matar, Il ritorno. Padri, figli e la terra fra di loro (Einaudi, 2017, po. 246 €19,50).

Da quando ho smesso di scrivere recensioni per un giornale e non sono più costretta ad annaspare nel mostruoso gorgo delle novità ingoiando acqua buona e cattiva non in egual misura, sono tornata al senso primigenio della lettura. Quello che fa di un lettore un cane che si muove a zigzag, il naso a terra, in cerca dei suoi personali tartufi. Del resto l’attualità dei libri è assai più longeva di quanto i magazzini bulimici delle case editrici vogliano farci credere e di quanto il loro vomitare titoli per ingurgitarne di nuovi ci condanni a pensare. E “il titolo del momento”, mediaticamente parlando, è un concetto governato da logiche troppo casualmente legate alla qualità perché abbia senso assecondarle. Ho letto Il ritorno di Hisham Matar a un anno dalla pubblicazione in Italia e a due dalla prima stampa inglese, ma sono convinta che sia esattamente adesso il momento di leggerlo, se non lo si è già fatto.
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Memoria e memorie

20 luglio 2018
Scritto da: Francesca Magni

Quando mi accorsi che mia nonna iniziava a perdere la memoria, le chiesi di scrivere la sua storia. Lei ci si buttò con foga e allegria. Scriveva con una prosa personalissima e un piglio narrativo tutt’altro che banale. C’erano tracce della retorica insegnata a scuola negli anni del Fascio che il carattere asciutto di mia nonna aveva ripulito di ogni pomposità e che la sua arguzia condiva con un sapore quasi austeniano. Copiai sul computer per notti intere i diari vergati dalla sua calligrafia perfetta, mi esercitai in un virtuosismo di stampa a sedicesimi, che improvvisai componendo le pagine dritte e capovolte sul pavimento del soggiorno; portai i fascicoli fatti in casa da un rilegatore e ne feci poche copie di un volumetto dalle pagine cucite a filo che distribuii ai parenti. Si intitolava ‘Ruga Sciuca’, la via in cui era nata la nonna. Anni di dominazioni alternate austriache e francesi avevano lasciato traccia nella toponomastica e nel dialetto; ci mescoliamo anche senza volerlo, ci mescoliamo, è un destino a cui non possiamo opporci. Ci mescoliamo, è la nostra salvezza. Continua a leggere »

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Islanda day 10: bilanci e consigli

20 giugno 2018

Scritto da: Francesca Magni

Le balene, la Blue Lagoon, i pulcinella di mare! Le balene, gli iceberg, la cascata di Dettifoss e quella dove si cammina dietro! Il territorio vario ed estremo, desolato, verdissimo, i fumi bianchi che escono dalla terra! Le balene, i pulcinella di mare, il ghiacciaio azzurro, il muschio, la lava, le pozze di acqua calda!

Alla domanda “cosa vi è piaciuto di più di questo viaggio?”, le risposte arrivano una sopra l’altra, impossibile stabilire un ordine di preferenza delle cose viste. E anch’io che per tirare le somme amo stilare classifiche, resto avvinta da una massa di sensazioni senza gerarchia. Era un viaggio che non avevo sognato né immaginato e forse per questo è riuscito a conquistarmi senza riserve. Persino il tempo atmosferico, così estremo, ora mi pare parte non solo ovvia ma felice dell’assaporare questa terra del nord.

Cosa direste a chi vuole partire per l’Islanda?, chiedo ai miei compagni di viaggio.

“Coprirsi molto”, dice Luigi che voleva mettere in valigia solo un k-way, perché tanto è giugno.

“Assolutamente vedere le balene e vestirsi a cipolla” dice Costanza che più di due strati non ha mai messo, e regolarmente tremava.

“Portare scarpe più pesanti di quelle che avevo io”, dice Filippo.

Per lasciare a chi volesse partire anche qualche indicazione pratica, oltre alle nostre sensazioni (rappresentate nella foto sopra, scattata sulla collina alle spalle del geyser), ecco i pochi consigli che ci sentiamo di dare.
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Islanda day 9: finale col botto (del geyser)

19 giugno 2018

Scritto da: Francesca Magni

In viaggio il senso del tempo ricalca quello delle fasi della vita. All’inizio, certi che tutto deve ancora venire, ci si accomoda nelle ore e nei giorni largheggiando senza sospetto o ansia di spreco. Ma via via che il viaggio si avvicina al termine, diventa urgente usare ogni minuto al meglio e la sensazione, più mentale che reale, è che non ci sia abbastanza tempo per tutto quello che si vorrebbe fare. È una specie di distorsione ottica che, nel viaggio come nella vita, rischia di consumarci in una tensione priva di fondamento. Perché se è vero che oggi è il nostro ultimo giorno intero in Islanda, è anche vero che a questa tappa avremmo dedicato una sola giornata anche se fosse stata all’inizio del viaggio. Dunque partiamo per il circuito d’oro con ottimismo; la lunga luce del lungo giorno ci sarà amica anche oggi. In più, per la prima volta da che siamo qui, cielo sereno e 13 gradi.
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Islanda day 8: ghiaccio, acqua e una pessima idea

18 giugno 2018

Scritto da: Francesca Magni

Oltre gli entusiasmi per questa terra davvero unica, resta una verità che Luigi oggi ha deciso di dichiarare: “Col tempo siamo stati proprio sfigati”. E poiché le cose non si manifestano del tutto finché non le nomini, ecco che le nubi che coprivano il ghiacciaio decidono di scendere di quota avvolgendoci definitivamente nella nebbia. Visitiamo la laguna di iceberg a Jökulsarlon con il tempo peggiore che si possa immaginare. Visibilità scarsa, pioggia e un vento che trasforma i 7 gradi dell’aria in temperatura polare (e qui non si fa per dire). E se, nonostante ciò, resterà un ricordo memorabile, posso di sicuro consigliare a chi verrà in Islanda di non perdere questa tappa.
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