dove va a parare Jonathan Franzen? /2
– Scusami, – disse infine. – Sto ancora cercando di capire come vivere. (pag. 369) Continuo la lettura. L’attrazione ipnotica non smette. Ne riparliamo quando sarò arrivata in fondo.
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Tags: Einaudi, Jonathan Franzen, libertà
Ma dai Francesca, non è giusto. Mi butti lì queste frasi… Avevo altri progetti di lettura ma mi sa che in Sardegna mi porterò proprio questo libro! Come dici tu, mi “chiama”!
Resisterò, come mi ero ripromessa, fino alle vacanze vere? Se comincio a leggere addirittura le frasi, oltre alle recensioni “in corso di lettura” (che non mi erano ancora capitate e, devo dirtelo, potrebbero essere una trovata di marketing editoriale da sfruttare) le mie difese potrebbero cedere…
Confesso che il capitolo centrale sull’impresa “ecologista” di Walter mi è parso un filo più noioso, ma qua e là ci sono delle istantanee sulle relazioni che descrivono così bene ognuno di noi (di sicuro me!), che non si riesce a mollare. La “recensione in corso” mi è sgorgata spontanea: in fondo tra amiche (anche amici) non ci si raccontano i libri anche mentre li si sta leggendo?
Aspetto vostri pareri, su Franzen!
“Merrie, che aveva dieci anni più di Patty e li dimostrava tutti, era stata un’attivista degli Students for a Democratic Society a Madison, e adesso altrettanto attivamente aderiva alla moda dei beaujolais nouveau” (pag.10).
TAGLIENTE. E non riesco a smettere, questo libro mi “chiama”.
Continuiamo la recensione in corso, direi. Felice che tu abbia iniziato. Ieri mi sono segnata questa: “Non poteva soffrire la persona che purtroppo aveva di nuovo dimostrato di essere. E questa, naturalmente, era la più semplice definizione di depressione che conosceva: non poter soffrire se stessi” (pag. 224)