una madre, una figlia e una rinascita
(Banana Yoshimoto Moshi moshi)
Banana Yoshimoto Moshi moshi (Feltrinelli, 2012, € 13,00, pp. 206). Che bella la scrittura della Yoshimoto! Asciutta e insieme poetica, con dialoghi così diversi da quelli occidentali. Adoro la scrittrice giapponese e questo ultimo romanzo, il cui titolo è l’espressione che si usa per dire “pronto” al telefono, è una perla. È la storia di una madre e una figlia che perdono il marito e padre, trovato morto in un doppio suicidio, con un’altra donna. Lo shock è terribile, anche perché alla morte si accompagna la scoperta che l’uomo aveva un’altra donna.
La figlia, Yoshie, si trasferisce dal raffinato quartiere di Meguro a Shimokitazawa, un dedalo di stradine in cui Tokyo non sembra la metropoli del futuro, ma un luogo alternativo di negozietti e ristoranti. Yoshie ha bisogno di sentirsi indipendente, trova un lavoro, paga l’affitto. Ma un giorno sua madre le bussa alla porta: vuole stare con lei. Yoshie prova a difendersi, ma la madre è risoluta (bellissimo il loro dialogo). Così comincia il cammino della loro rinascita dopo il lutto. La loro storia si intreccia a quella del quartiere e l’eleborazione del dolore, che all’inizio sembra impossibile, finisce per regalare anche qualche insperato momento di leggerezza. Questo vale in genere per chi affronta lo strazio di una perdita, ma anche per ogni impresa complessa. E c’è una frase, nella prima pagina, che sembra riassumere il senso di tutto: «Partiamo sempre dal torbido, quando cominciamo qualcosa di nuovo. Poi però arriva il momento in cui tutto inizia a scorrere limpido, e in tranquillità prende a seguire il suo corso naturale».
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Scritto da: Francesca Magni
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Tags: Banana Yoshimoto, citazione, Feltrinelli, Giappone, Moshi moshi, Tokyo
Bello. Ho abbandonato la Yoshimoto anni e anni fa, dopo un iniziale innamoramento. Questo libro però mi pare adatto per riprenderne la lettura.
Io ho letto praticamente tutti i libri della Yoshimoto e trovo che questo sia uno dei meno rappresentativi della scrittrice giapponese. Probabilmente si tratta di un problema di editing (tra l’altro non è stato tradotto dallo “storico” traduttore di Banana, Giorgio Amitrano). Peccato perchè in questo libro mancano molto la purezza e l’immediatezza proprii dello stile Yoshimoto.
Anche se a mio avviso non è uno dei suoi libri migliori, è sempre una di quelle storie affascinanti e quasi ipnotiche che solo Banana sa scrivere! 🙂
Trovo molto bello questo libro. Yoshimoto sempre scrive perché i suoi lettori possano trovare sollievo dalla sua scrittura. Storie di persone in crisi che lentamente ritrovano la serenità. Questa volta si tratta dell’eleborazione di un lutto. Sto leggendo questa storia come fosse la mia, che ho perso da meno di un mese mio marito. E davvero questa storia mi sta dando sollievo. Grazie, Banana Y.
Cara Sonia, il tuo commento mi commuove e vorrei abbracciarti. Possiamo farlo tutti noi che ci troviamo in queste pagine? Noi che cerchiamo nei libri sollievo, piacere e pezzetti di senso.
Grazie. Ti aspetto ancora.
Il racconto della rinascita mi è piaciuto, è stato bello vedere passo passo come da un dramma possa essere sviluppato il cambiamento delle vite delle due protagoniste, Yoshie e sua madre.
La cosa che non mi è piaciuta è la causa della morte del padre, perché fino all’ultimo mi aspettavo che venisse svelato qualche segreto, ed invece così come è iniziato(più o meno) così quella storia è finita.
Comunque a mio avviso Banana Yoshimoto sta un po’ perdendo la carica che aveva anni fa. Vedremo il prossimo come sarà