un amore in inverno
(Lidia Ravera Piangi pure)
Lidia Ravera Piangi pure (Bompiani, 2013, € 18,00, pp. 366). Non conoscevo la prosa di Lidia Ravera, i tempi di Porci con le ali sono lontani e di recente avevo solo letto i suoi articoli per il giornale in cui lavoro (sempre arguti e piacevoli, in verità). Ora questo romanzo mi avvolge come una sorpresa gradita, raccontando una storia che mi tocca dentro, benché sia anagraficamente lontana dalla mia.
Forse Iris De Santis, 79enne che ha venduto la nuda proprietà del suo attico ai Parioli e conduce una dignitosa esistenza da anziana con qualche velleità letteraria, mi emoziona perché è già al di là della collina di mezza vita (sulla china alla quale con i miei primi anta mi affaccio) e, con tutto il fardello di consapevolezze e scorie che questo comporta, riesce ancora a viversi nuova.
Carlo, il signor C., che beve con lei un caffè o un pernod al bar sotto casa e che le presta la sagacia di anni da psicanalista, le regala, pur malato terminale, una storia d’amore vera. Fra due vecchi. Ed ecco perché si sorride e si piange. «È per il sollievo che siamo ancora vivi», dice alla fine Iris a Carlo. «Allora piangi pure». Finché c’è, la vita è. E l’inverno non è altro che una delle stagioni.
Poi c’è la prosa, dicevo. Leggo con la matita in mano, ogni dieci pagine un orecchio a segnalare un pensiero.
Sulla quotidianità («…quella sintesi suprema del disagio umano che è un viaggio in ascensori fra estranei»); sulla vecchiaia («Se stai male, l’idea della contiguità con la morte non ti mette più troppa paura. A questo servono la vecchiaia e le malattie. Apprendistato al distacco finale»);
gli incontri («Ero quasi eccitata, scoprire gusti affini stabilisce parentele interiori che possono degnamente sostituire i rapporti sessuali»);
il matrimonio («Non mi piacciono i matrimoni d’amore. Sono quelli più infelici. Neanch’io ero innamorata di mio amrito. Lui era innamorato di me e tanto bastava. Il matrimonio ideale è quello in cui uno dei due ama e l’altro si lascia amare. Il matrimonio asimmetrico. È più solido. Sul serio. Può non finire mai»).
Mi piace questa scrittura che fa guizzare sensi, come piccoli pesci, attraverso parole ben scelte.
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Scritto da: Francesca Magni
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Tags: Bompiani, Lidia Ravera, Piangi pure
Ho già terminato di leggere questo libro e sono pronta a rileggerlo perché mi ha trasmesso tante emozioni e soprattutto la voglia di vivere superando le difficoltà quotidiane, dolce e ironico. Marica
Riconosco queste sensazioni leggendo Lidia Ravera. Non vedo l’ora di tornare in Italia per divorarla. Ti consiglio, di suo, L’ETERNA RAGAZZA!
Elisa
Questa sera mi sono immersa nel tuo blog e riemergo ora con tanti titoli nuovi da leggere: grazie!
Questo lo regalo a mia madre, coetanea della protagonista. Alla mia genitrice rizzeranno i capelli in testa quando leggerà il pensiero sulla morte, lei che non ne vuol mai parlare perchè (quasi) convinta di essere immortale. Bellissima l’idea sul matrimonio, magari mamma l’avesse preso ad esempio! Forse adesso non sarebbe divorziata ma felicemente “non sposata”. A questo punto è meglio se lo leggo io, potrebbe essere più utile.
Mi sono innamorata di questo libro! Non è un fattore di età. è un fattore analitico, anzi psicoanalitico , che affascina perché guida lungo una strada di paradiso….. l’essere “capiti”, con spirito eccelso, abbracciati, protetti, esattamente hic et nunc!
Infatti, mia madre mi ha guardata male……sbagliando ovviamente perchè questa storia è molto bella e son contenta di averlo letto. Anch’io sono stata favorevolmente colpita dal suo pensiero sul matrimonio, non sono assolutamente certa che abbia ragione però vale la pena prendere in considerazione l’idea, niente niente ci risparmieremmo tutti un pò di sofferenza (forse!!). E pensare che la Ravera non è mai stata proprio proprio fra le mie preferite. Mea culpa. Devo dire che quel pizzico di malinconia che traspare non ci sta affatto male lo rende più tenero e cancella in parte quel poco di cattiveria in cui è stata immersa il personaggio della figlia (e magari anche lei ha le sue ragioni).
Finito questo libro non posso subito iniziarne un altro. Troppe emozioni da metabolizzare, da gustare, anche. Un grande libro.
Ciao Rosa, hai detto in due parole semplici e perfette quello che si prova dopo avere incontrato un libro giusto per noi. Capita spesso anche a me, quella sensazione di non poter subito iniziare un altro libro…